Vulcani in piena eruzione, ghiacciai millenari e potenti cascate sono la costante di un viaggio in Islanda. In questo articolo vi racconto il mio itinerario di 10 giorni in Islanda, con partenza da Reykjavík, la capitale, e tappe nelle principali località del paese.
La prima cosa da sapere è che tra l’estate e l’inverno l’itinerario di un viaggio in Islanda cambia inevitabilmente a causa delle condizioni climatiche. In estate, infatti, è possibile scoprire il paese a 360°. D’inverno, invece, ci si deve fermare al sud, perché il versante nord è impraticabile a causa del gelo e del freddo artico.
Itinerario di 10 giorni in Islanda tra vulcani, ghiacciai e cascate mozzafiato
Secondo alcuni studi, l’Islanda sarebbe la terra più giovane del pianeta. In tutta l’isola si contano poco più di 350mila abitanti, divisi tra la capitale ed un altro paio di città maggiori. Nel resto dell’isola vedrete soltanto qualche piccola casa colorata in legno sparsa nella infinita distesa di verde o ghiaccio. L’itinerario di 10 giorni in Islanda che vi propongo oggi è stato testato in estate quindi prevede un giro ad anello quasi integrale dell’isola.
1° giorno: arrivo a Reykjavík
Il primo giorno di viaggio è dedicato alla scoperta della capitale del paese. Poco più di 150mila abitanti – circa un terzo del paese – popolano quella che è stata definita come la migliore città del mondo dove vivere senza stress. I principali punti di interesse si trovano tutti nel centro, dalla Hallgrimskirkya, la chiesa più grande d’Islanda, alla celebre strada arcobaleno. Dal nuovo teatro dell’opera al museo del fallo, dal mercato locale, dove provare il tipico squalo putrefatto, alla sede del Parlamento.
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2° giorno: il Circolo d’Oro (Gullfoss, Geysir) e Vestmannaeyjar
Inizia il vero on the road che ci porterà a percorrere i primi 250 km di questo itinerario di 10 giorni in Islanda. La prima tappa è il Parco Nazionale di Þingvellir, il più importante d’Islanda, oltre che il più affascinante per la sua storia. Proprio qui, infatti, è possibile camminare nel punto esatto in cui si incontrano la placca Euroasiatica e quella Nordamericana. Una visita che consiglio a tutti di non perdere. Inoltre, questo luogo è importante anche perché nel 930 d.C, fu fondato l’Alpingi, il primo Parlamento del mondo. Sempre qui, nell’anno 1000, l’Islanda adottò il Cristianesimo. Sempre qui, il 17 giugno 1944, nacque la Repubblica islandese, dopo aver ottenuto l’indipendenza dal Regno di Danimarca.
Ad un’ora di distanza, verso nord, ecco Gullfoss, la regina di tutte le cascate islandesi, celebre per i suoi molteplici salti e i giochi di luce (anche se io l’ho vista sotto un cielo grigio con pioggia battente!). In estate è possibile raggiungere i punti di osservazione quasi a ridosso del getto d’acqua. D’inverno, invece, la si può ammirare soltanto dall’alto.
A 10 minuti d’auto, poi, si trova il Geysir, l’unico ancora attivo in Islanda. Erutta ogni 6 minuti circa e riuscirà a sorprendervi sia per la potenza del getto d’acqua che per il tempismo. Attenti a dove soffia il vento perché potreste bagnarvi tutti!
Il mio itinerario prosegue verso l’isola di Vestmannaeyjar. Qui si possono osservare i tipici Puffin, nel loro habitat naturale. Ci si imbarca a bordo di un traghetto, con o senza auto, dal porto di Landeyjahöfn ed in circa 40 minuti si arriva sull’isola dove, tra le altre cose, si può scalare l’Eldfell, l’antico vulcano che ha creato l’isola. Tuttavia, potete anche scegliere di saltare questa tappa e raggiungere direttamente la località di Vik dove passare la notte.
3° giorno: Seljalandsfoss, Skogafoss e Kvernufoss
Questa giornata è dedicata alla scoperta di alcune delle cascate più spettacolari che vedremo nel corso di questo itinerario di 10 giorni in Islanda. Partiamo da quella di Seljalandsfoss, immersa in un paesaggio mozzafiato, che si caratterizza per il fatto che è possibile passare dietro il suo stesso getto. A cinque minuti di cammino, poi, incastonata tra le rocce, si trova quella di Gljufrabui. Qui vi bagnerete dalla testa ai piedi e sarà d’obbligo una foto ricordo in cima alla roccia ai piedi della cascata.
Lasciate le prime due cascate alle spalle, a circa 30 minuti d’auto, si trova una delle più celebri: Skogafoss. Tra le curiosità legate a questa cascata, c’è che il salto di 60 metri che oggi la caratterizza, un tempo era una scogliera affacciata direttamente sul mare, che oggi dista alcune decine di chilometri. Inoltre, si racconta che a Skogafoss sia attribuito un potere magico: chiunque si bagni nelle sue acque, infatti, potrebbe ritrovare un oggetto perduto e a lungo cercato. Se avete tempo, potete salire in cima per ammirarla dall’alto. A 5 minuti d’auto, poi, si può raggiungere un’altra cascata, quella di Kvernufoss, la cascata nascosta. Deve il suo nome al fatto di essere poco conosciuta dal turismo di massa. La si raggiunge dopo aver scavalcato un piccolo recinto in legno. Avventura nell’avventura.
A questo punto, se il tempo ve lo concede, fate tappa al Plane Wreck, il relitto aereo immortalato in foto e video dai turisti di tutto il mondo. Ci vuole un’ora di cammino ad andare e lo stesso a tornare ma se siete appassionati di relitti, sicuramente non ve ne pentirete. La giornata si conclude finalmente in ostello, noi abbiamo soggiornato presso The Barn Hostel.
4° giorno: spiaggia nera, Fjadrargljufur e Jokulsarlon
Le prime due tappe di oggi sono il faro di Dyrhólaey e la spiaggia nera di Reynisfjara. Luoghi che avrete sicuramente visto in serie televisive come Il Trono di Spade e che avvolti nella nebbia assumono un fascino davvero particolare. Tuttavia, se la nebbia è eccessiva, riconsiderate l’opportunità di raggiungere questi luoghi.
Da non perdere è il canyon di Fjadrargljufur. Non fatevi spaventare dal nome impronunciabile, ci penserà una simpatica ranger del parco a confondervi ancora di più le idee ma il luogo è davvero spettacolare! Tappa, poi, a Svartifoss, caratterizzata per la presenza di colonne di basalto.
Dopo questa visita, si viaggia verso la laguna ghiacciata di Jokulsarlon, uno dei luoghi più affascinanti mai visti. Si tratta della laguna creatasi a seguito dello scioglimento del ghiacciaio Vatnajokull, il più esteso d’Europa. Si navigano le sue acque a bordo di un mezzo anfibio, tra enormi iceberg e simpatiche foche. Un tempo questa zona era interamente ghiacciata. Oggi, invece, si riduce di oltre 200 metri l’anno a causa del riscaldamento climatico. Si calcola che fra 30 anni non ci sarà più nulla da vedere in questa zona. Finito il tour, fate una sosta sulla spiaggia soprannominata Diamond Beach, per la presenza di iceberg sulla sabbia. Il contrasto tra il nero della spiaggia e il ghiaccio è davvero scenografico. L’ultima tappa della giornata è Hofn, dove dormiamo in una tipica guesthouse.
Itinerario di 10 giorni in Islanda
5° giorno: fiordi dell’Est e relax alle terme
Ci dirigiamo verso i fiordi dell’est e per farlo bisogna percorrere oltre 250 km. Lungo il tragitto, per spezzare la monotonia del viaggio (che tanto monotono poi non è grazie ai paesaggi islandesi!), ci fermiamo a scoprire un’altra cascata: Hengifoss. Il sole accompagna il nostro piacevole trekking di circa 30 minuti per raggiungere questa cascata che è considerata la terza in Islanda per altezza del getto d’acqua. Le pareti da cui si getta l’acqua, poi, sono striate di rosso, segno della presenza di vari minerali.
Dopo una breve sosta ristoratrice in un food truck lungo la strada, raggiungiamo il caratteristico paesino di Seydisfjordur, celebre per la sua strada arcobaleno che conduce ad una tipica chiesetta bianca. Oltre questo scorcio caratteristico c’è davvero poco da vedere ed allora ci dirigiamo verso il nostro cottage ad Egilsstadir. Dopo aver lasciato i bagagli ed aver indossato i costumi da bagno, raggiungiamo le Vok Baths, spettacolari terme naturali in cui rilassarsi ammirando il sole che tramonta sul lago Urridavatn.
6° giorno: Studlagil canyon, Dettifoss e Husavik (con sorpresa)
Anche oggi ci aspettano diverse centinaia di chilometri da percorrere in auto. La prima tappa del sesto giorno del nostro itinerario di 10 giorni in Islanda è il canyon di Studlagil, incredibile spot fotografico che di solito è attraversato dalle acque turchesi del fiume che noi, però, troviamo grigio a causa della forte corrente. L’escursione dura circa un paio d’ore in totale.
La seconda tappa è Dettifoss, considerata la più grande cascata d’Islanda e d’Europa. Esistono due punti di osservazione, entrambi validi. Scegliete quello che vi è più comodo per le tratte successive. Lungo la strada, poi, potete fare una breve sosta ad Hafragilfoss.
L’ultima tappa della giornata è la piccola cittadina di Husavik, celebre punto di partenza per l’osservazione delle balene. Arriviamo al tramonto e ci godiamo la vista ma è quando cala la sera che davanti ai nostri occhi si manifesta l’inspiegabile ed emozionante spettacolo dell’aurora boreale.
⇒ Leggi anche: Aurora Boreale in Islanda: quando e dove avvistarla
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7° giorno: whale watching, Hverir e Godafoss
Dopo l’emozione dell’Aurora Boreale, la giornata di oggi inizia a bordo di una tipica imbarcazione di legno che ci porta nel Mar Artico per avvistare le balene. Le correnti che soffiano in quel tratto di mare, identificato come Mar di Groenlandia, si prestano perfettamente all’avvistamento delle balene. La temperatura dell’acqua, infatti, deve essere al di sotto dei 10°, diversamente cercherebbero refrigerio altrove, allontanandosi troppo dalla costa e rendendo impossibile l’avvistamento. L’escursione dura quasi quattro ore.
⇒ Leggi anche: Avvistare le balene ad Husavik
Ci spostiamo verso il lago Myvatn. Qui sono diversi i punti di interesse. Scegliamo di visitare le solfatare di Hverir, una delle aree geotermali più attive dell’Islanda, in grado di regalare istantanee davvero mozzafiato. Ci si muove tra crateri pieni di fango che ribolle e numerose fumarole sparse un pò in tutta la zona. Visitiamo anche la Grjótagjá, grotta lavica con fonte termale, celebre per essere stata set cinematografico di una scena cult de Il Trono di Spade con pratogonisti Jon Snow e Ygritte. Nei dintorni, è possibile anche scalare il cratere Hverfell o fare il bagno nelle terme naturali.
Proseguiamo verso la nostra prossima tappa che è Godafoss, chiamata la cascata degli dei. Inutile dirvi che anche questa cascata ci lascia senza parole per la sua bellezza ma in fondo non potrebbe essere diversamente. L’ultima tappa, a circa 45 minuti di auto, è Akureyri, la seconda città islandese per numero di abitanti.
8° giorno: penisola di Snæfellsnes
Ultima giornata con un numero molto consistente di chilometri da percorrere (quasi 300 km). Lasciamo Akureyri alle spalle e raggiungiamo un maneggio, nella località di Saudarkrokur, per una piacevole passeggiata a cavallo lungo le distese islandesi. I cavalli islandesi sono di razza particolare e per tutelarli non ne è consentita l’esportazione ma nemmeno l’importazione da altre nazioni.
Seconda ed ultima tappa è la penisola di Snæfellsnes che attraversiamo quasi integralmente per raggiungere il Kirkjufell. Questo celebre monte, dalla forma particolare, è uno degli spot fotografici che hanno reso celebre l’Islanda nel mondo, set di molti film e serie televisive. Qui si trova anche una piccola cascata, Kirkjufellsfoss, perfetta per scattare una foto ricordo.
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9° giorno: vulcano Fagradalsfjall e Blue Lagoon
L’itinerario di 10 giorni in Islanda si conclude lì dove era iniziato: nella capitale del paese. Le tappe prima di rientrare a Reykjavík sono: il trekking sul vulcano Fagradalsfjall ed un pò di meritato relax nella Blue Lagoon. Da Grundarfjörður, il piccolo centro a ridosso del Kirkjufell dove abbiamo trascorso la notte, al vulcano Fagradalsfjall sono circa tre ore di auto. Il trekking per salire in cima al vulcano e raggiungere la colata lavica porta via in tutto almeno tre ore. Ad agosto 2021 il vulcano era attivo come potete vedere dal video in basso ma ad oggi (marzo 2022) pare essersi spento. Prima di andarci, informatevi sul grado di attività perché altrimenti non vale assolutamente la pena.
La Blue Lagoon è sicuramente lo stabilimento termale più famoso del paese. Negli anni ne sono sorti molti altri ed anche più moderni ma questo conserva ancora intatto il suo fascino. Una volta entrati, si può restare quanto tempo si vuole ma un paio d’ore saranno, probabilmente, più che sufficienti.
Ultimo giorno dell’itinerario di 10 giorni in Islanda
A seconda dell’orario del vostro volo, magari potrete fare un’ultima passeggiata a Reykjavík. Per raggiungere l’aeroporto internazionale di Keflavik, situato a circa 50 km a sud della capitale, il modo più conveniente è il Flybus, al costo di circa 32 €.
Scrivetemi in privato o nei commenti per saperne di più su questo itinerario di 10 giorni in Islanda, la terra del ghiaccio e del fuoco!