Dopo essere salito sulla Cupola di San Pietro, e sulla terrazza del Vittoriano, un’altra delle cose che volevo fare da tempo a Roma era visitare i Fori Imperiali. Non solo ammirarli dall’alto dalla via omonima che collega il Colosseo a piazza Venezia, dove si trova l’Altare della Patria, altro monumento emozionante, ma scendere proprio nelle vie calpestate migliaia di anni fa dai più famosi imperatori romani.

Così, appena arrivato in zona Colosseo, mi reco alla biglietteria dove mi attende una lunga fila di turisti provenienti da ogni angolo del pianeta per ammirare questi incomparabili ed inestimabili tesori. Ho l’impressione che noi italiani ormai ci siamo talmente abituati alla quantità di reperti storici a nostra disposizione che non ci facciamo quasi più caso, ma immaginate la reazione di un turista che magari arriva da una città di più recente fondazione e pensate allo stupore e alla meraviglia che può provare!

La stessa meraviglia, lo stesso stupore che provo anche io varcando i cancelli e passando vicino all’Arco di Tito, una delle prime cose che si incontrano entrando nell’area dei Fori Imperiali. Uno dei tanti archi presenti a Roma, fatto erigere dal Senato Romano dopo l’81 d.C., in onore dell’imperatore Tito per commemorare il suo trionfo sulla Giudea. La volta a cassettoni reca al centro la figura dello stesso imperatore a cavallo di un’aquila nell’atto di essere trasportato in cielo.

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Continuando la visita si passa di fianco a quello che è comunemente conosciuto con il nome di Tempio di Romolo, anche se archeologi e storici sono concordi nel ritenere che questi non è dedicato né al famoso fondatore di Roma né tantomeno a quel Romolo figlio di Massenzio. Procedendo oltre, si attraversano tanti templi fino ad arrivare alla zona clou dei Fori Imperiali ovvero il Foro Romano, dove si trovano i principali reperti.

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Cito solo i principali e più affascinanti: il Tempio di Saturno, il più antico tempio dei Romani, realizzato nel 498 a.C., ma certamente già presente in età regia con una struttura più antica, del quale sono superstiti le sei colonne di granito della fronte e le prime due laterali;

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la Basilica Julia, la più grande basilica del Foro, fatta costruire da Cesare nel 54 a.C., dedicata alla sua gens, della quale oggi resta solo il podio con i gradini verso il Foro ma che in origine doveva essere a cinque navate, con portico antistante la piazza, e una sala centrale più alta per garantire l’illuminazione interna;

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e ancora i resti monumentali di tre colonne corinzie, situate su un alto podio, superstiti del tempio dei Dioscuri, ovvero dei due gemelli divini Castore e Polluce: e, infine, ciò che resta del Foro di Cesare, fatto realizzare dallo stesso Cesare su un’area acquistata con denaro proprio, per celebrare la sua importanza di uomo politico , inaugurato ancora incompleto nel 46 a.C., fu terminato poi da Augusto.

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