A quasi quattro giorni dal terribile uragano, Obama visita le popolazioni colpite, in particolare quelle del New jersey dove alla furia dell’acqua si è unita quella del fuoco, con incendi che hanno bruciato oltre 80 abitazioni.
E mentre sulla East Cost si contano i morti, saliti ad oltre 60, e si fanno i conti con gli enormi danni ad edifici, strade e mezzi di trasporto, in altre parti del mondo si registrano altrettanti danni.
A partire dall’Italia dove ci sono state inondazioni sul litorale laziale. A Venezia, invece, il fenomeno dell’acqua alta ha raggiunto livelli record con 140 cm d’altezza che ha sommerso il 60% della città. E a Napoli, poi, si sono registrati venti fortissimi con mare forza 5 che ha obbligato a sospendere i collegamenti con le isole del Golfo.
Intanto in un’altra zona del mondo, l’India, si stanno facendo i conti con le conseguenze del passaggio di un altro ciclone, soprannominato Nilam, meno famoso di sandy ma altrettanto pericoloso.
Il ciclone tropicale abbattutosi lungo le coste dell’india sud orientale, nelle vaste aree dell’Andhra Pradesh e del Tamil Nadu, con venti fino a 100 km/h, forti piogge e altissime onde, ha provocato 4 morti certi, decine di dispersi e oltre 100mila sfollati.

















