
È stata protagonista assoluta sul palcoscenico mondiale per gli avvenimenti degli ultimi mesi, qui si è concentrata l’attenzione del mondo per eventi e celebrazioni che rimarranno nella storia…sto parlando di piazza San Pietro e del suo celebre colonnato, realizzato dal Bernini, che con la sua forma a semi cerchio sembra voler racchiudere in un unico abbraccio tutte le persone che vi si recano alla ricerca di fede, pace e serenità.
Dall’annuncio delle dimissioni di papa Benedetto all’annuncio dell’elezione del nuovo Pontefice, Francesco, l’attenzione del mondo è stata catalizzata qui con giornalisti, fedeli, o semplicemente curiosi, provenienti da ogni angolo della terra.
Posta a margine del centro storico di Roma, la piazza fa parte della Città del Vaticano ed è delimitata dal confine con lo Stato italiano.
La storia del suo nome è ovviamente legata a colui che viene considerato come il primo papa della Chiesa, San Pietro. La sua creazione risale al IV secolo quando, a seguito della costruzione della basilica costantiniana, si decise di creare una grande spianata denominata platea Sancti Petri. All’inizio del Cinquecento la piazza era rettangolare, priva di pavimentazione, con un dislivello di circa dieci metri tra il piede della scalinata che conduceva alla basilica e l’antistante quartiere del Borgo che giungeva al Tevere.
A metà cinquecento, durante il pontificato di Giulio II, venne deciso di riedificare completamente la grande basilica e per oltre un secolo la piazza non fu interessata dal grande cantiere. Fu solo dal ‘600 che si pose la questione della piazza. Ad occuparsene e a proporre il progetto, che poi sarebbe stato quello definitivo, fu il Bernini nel 1657. L’idea finale fu quella di una piazza ovale con al centro l’obelisco, circondata da due ali di porticati con quattro file di colonne.
L’obelisco Vaticano, che oggi vediamo al centro della piazza, è senza geroglifici e fu fatto eseguire in Egitto dai Romani. Fino al 1586 rimase ai lati della Basilica, fin quando papa Sisto V lo fece spostare dove è ancora oggi, in una colossale operazione che impegnò 50 argani, 80 cavalli e quasi mille operai.
Le fontane poste ai lati dell’obelisco sono di Carlo Maderno e Carlo Fontana, risalenti rispettivamente al 1613 e 1677.
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