Da quando circa due anni fa ho inaugurato la rubrica dei Racconti di Viaggio, sono state decine le persone che hanno voluto condividere la propria esperienza di viaggio in giro per il mondo. Ad oggi si contano più di trenta racconti ad opera di altrettanti viaggiatori e la meta più gettonata è stata, sin dall’inizio,  la Thailandia. Così, ho scelto di raggruppare tre racconti sulla Thailandia che sono stati pubblicati negli anni su World Trips!

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Il primo è quello di Ludovica che ci ha portati alla scoperta di Chiang Rai e Krabi.

Ecco un estratto del suo racconto che poi potrete continuare a leggere cliccando QUI:

Prima di partire – visitare il sito dell’Ente del Turismo Tailandese che ha informazioni utili e da cui si possono scaricare delle guide in italiano molto ben fatte.
Durata del viaggio– noi siamo stati 2 giorni e 2 notti a Bangkok, forse è poco, si potrebbero fare 3-4 giorni/notti; da vedere c’è parecchio, tra mercati, budda, palazzo reale, cena sul battello sul fiume, cena ai docks di Asiatique riverfront, aperitivo sul grattacielo Sirocco …

Poi abbiamo preso il volo per Chiang Rai, sempre 2 gg e 2 notti, consiglio: potendo, sarebbe bene rimanere 3-4 giorni/notti.
Abbiamo quindi raggiunto Krabi con il volo via Bangkok, in pratica ci vuole mezza giornata: a parte Bangkok che ha un aeroporto bellissimo, immenso e abbastanza organizzato, gli altri aeroporti (Chiang Rai e Krabi) sono piccoli, caotici e le procedure di sicurezza e controllo passaporti sono lunghe.

Clima a Gennaioteoricamente periodo secco – abbiamo trovato un clima mefitico, caldo e umido a Bangkok. Al nord, mattina e sera un po’ freddino, al mare caldo ok.

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Il secondo racconto è quello di Antonia che ci ha portati a scoprire la Thailandia più classica ma sempre interessante.

Ecco un estratto del suo racconto che poi potrete continuare a leggere cliccando QUI:

Quest’estate io e la mia comitiva di amici, formata da tre coppie di fidanzati, abbiamo deciso di recarci in Thailandia, terra orientale dai colori, sapori e odori variegati. Spesso questa meta turistica è associata al turismo sessuale o al divertimento estremo senza regole, ma come per ogni posto, la vacanza è fatta dai viaggiatori e dalle loro sensazioni, ed ognuno sceglie quale aspetto privilegiare e da quale prospettiva ammirare un posto paradisiaco come questo. Sicuramente le nostre prospettive non erano delle migliori, visto che appena un mese dopo la prenotazione, avvenuta a marzo 2014, è scoppiato il “colpo di stato” ed è entrata in vigore la legge marziale su tutto il territorio, nonché il coprifuoco a Bangkok ed in molte regioni turistiche.

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Il terzo e ultimo racconto, invece, è quello di Marco che ci porta oltre che in Thailandia anche alla scoperta dell’affascinante Myanmar.

Ecco un estratto del suo racconto che poi potrete continuare a leggere cliccando QUI:

Il 12 febbraio alle 6:30 di mattina finalmente atterro a Yangon dopo un lungo viaggio, mi controllano varie volte il visto e poi finalmente riesco a mettere piede fuori dall’aereoporto dove ad aspettarmi c’è un caldo soffocante. Raggiungo la mia guest house con un taxi per 6000kyat (circa 6 euro, ricordate di contrattare sempre con tutti) e lì mi incontro con il mio amico Mario. Sistemato lo zaino, parto subito alla scoperta di Yangon dove l’afa e il caos la fanno da padroni, la sua attrazione principale è la Shwedagon Pagoda, un complesso di templi e pagode dorati veramente molto belli, il fatto strano è che a me il ticket l’hanno fatto pagare all’uscita mah….  

Il giorno successivo visito la casa di Aung San Suu Kyi, circondata dal filo spinato, e il lago cittadino Inya, dove mi fermo a mangiare uno spiedino di pollo e mi gusto una buona birra Mandalay. Dopo un altro giorno a girare per Yangoon, ormai stufo del suo caos, il 15 decido di partire per il lago Inle col bus notturno. Alle 6.30 puntuali arrivo a Nyaung Shwe, il villaggio principale del lago, e qui è tutta un’altra storia rispetto a Yangoon, ci sono molti turisti, qualche buon posto dove mangiare (consiglio il Drum Bar, ottimo il suo lassi) e soprattutto si respira la vera anima del Myanmar, quella della campagna.