La zona dei Quartieri Spagnoli di Napoli è talmente vasta da occupare ben tre municipalità: San Ferdinando, Avvocata e Montecalvario. È tappa di passaggio obbligata per qualunque napoletano che dalla collina del Vomero voglia spostarsi verso il centro città, ed è facilmente raggiungibile dai turisti, trovandosi a ridosso di via Toledo, principale arteria commerciale di Napoli.
I Quartieri Spagnoli devono il loro nome al fatto di essere stati creati intorno al XVI secolo per accogliere le truppe spagnole di stanza a Napoli. Quello che avrebbe dovuto essere un accampamento temporaneo si è trasformato nei secoli in una delle zone a maggiore densità abitativa della città.
Furono proprio gli Spagnoli a trasformare questa zona in un luogo di perdizione e malavita dove i soldati venivano a cercare divertimento e dove venivano compiuti numerosi delitti. La fama di zona da evitare è proseguita a lungo ma oggi i Quartieri Spagnoli stanno attraversando una grande rinascita, grazie anche alla presenza di numerose associazioni che operano sul territorio. Lo dimostra il sempre crescente interesse dei turisti, che scelgono di addentrarsi nella sua intricata rete di stretti vicoli, e degli investitori immobiliari, che fiutano le potenzialità della zona.
Cosa vedere nei Quartieri Spagnoli
Partendo da via Toledo, non fa molta differenza in quale vicolo entrerete per cominciare la vostra visita. Una strada di accesso è solitamente quella che si trova in corrispondenza della stazione Toledo della metropolitana ma potete scegliere quella che vi risulterà più comoda.
L’unico modo per conoscere davvero i Quartieri Spagnoli è perdersi nei suoi vicoli e osservare la vita che scorre lenta. Io stesso quando decido di fare un giro per scattare qualche fotografia non seguo mai un itinerario predefinito. Vi salteranno immediatamente all’occhio i tipici “bassi”, cioè le abitazioni, le botteghe artigiane, i locali che si affacciano direttamente sulla strada. I panni stesi da un palazzo all’altro sulle vostre teste, i panieri di legno calati dai balconi per tirare su la spesa. È ancora viva l’usanza delle edicole votive, simbolo di devozione alla Vergine Maria che illuminano le strade durante la notte. Tutte immagini di una Napoli intrigante ed affascinante.
Chissà quante storie si nascondono dietro i volti di giovani ed anziani che abitano da queste parti. Storie di riscatto e di rivalsa.
In vico Lungo Gelso, all’epoca degli spagnoli, vivevano le prostitute. Erano state relegate in questo vicolo coperto di gelsi, da cui il nome, dal vicerè spagnolo che non voleva vederle girare per la città. Oggi le prostitute non ci sono più ma resta il fascino di una strada ricca di storia e di murales. Proprio i murales, più o meno grandi, ricoprono molti palazzi dei quartieri. Il più famoso è quello dedicato a Diego Armando Maradona, in via Emanuele de Deo, realizzato nel 1990 dall’artista Mario Filardo sulla parete di un palazzo di sei piani. Se osservate bene, la testa di Maradona coincide con la finestra di un appartamento.
Poco distante, ecco il murales della Pudicizia, realizzato dal designer argentino Bosoletti, che è una riproduzione dell’opera custodita nella Cappella Sansevero.
Come dimenticare le numerose trattorie che si nascondono in questi vicoli, dove poter gustare i piatti tipici della tradizione napoletana: dalla zuppa di cozze al semplice spaghetto con pomodorino e basilico, dolci come la sfogliatella o il babà. Se avete voglia di aperitivo, poi, troverete chi vi venderà lo Spritz ad 1 euro.
I Quartieri Spagnoli sono pericolosi?
Questa è una di quelle domande odiose che mi vengono rivolte più spesso ma è giusto fare chiarezza. I Quartieri Spagnoli non sono più pericolosi come in passato ma, come in una qualsiasi città del mondo, è giusto comportarsi con discrezione ed evitare di girare con vistosi gioielli. Questa, però, è una regola che dovrebbe valere ovunque e non soltanto a Napoli. Inoltre, state attenti ai motorini che sfrecciano da ogni parte. Loro sì che potrebbero rappresentare un pericolo.