Il Sudafrica è una terra di profondi contrasti e meraviglie naturali, in grado di offrire ai viaggiatori un’esperienza unica e indimenticabile. Dal fascino cosmopolita di Cape Town alle distese selvagge del Kruger, questo itinerario di viaggio in Sudafrica tocca alcune delle destinazioni più iconiche del paese. Il paese è caratterizzato ancora oggi da profonde disparità sociali che vedono enormi township ai margini di piccoli e grandi centri in cui la vita sembra scorrere ignara di quello che accade alle loro porte. La differenza e la disparità di trattamento tra bianchi e neri, purtroppo, è una realtà ancora molto tangibile.

Viaggio in Sudafrica: itinerario di 13 giorni da Cape Town al Kruger

viaggio in Sudafrica

Queste le tappe dell’itinerario di 13 giorni del mio viaggio in Sudafrica:

  • Cape Town – 2 notti
  • Stellenbosch – 2 notti
  • Hermanus – 1 notte
  • Wilderness – 1 notte
  • Plettenberg – 2 notti
  • Graskop – 1 notte
  • Kruger – 3 notti

Il mio viaggio in Sudafrica inizia a Città del Capo, all’ombra di Table Mountain, una delle nuove 7 meraviglie naturali del pianeta. I punti di interesse in città non sono molti e c’è veramente poco per gli appassionati della storia del paese. La visita più interessante è quella di Robben Island, l’isola situata di fronte alle coste della città dove si trova la prigione in cui Mandela trascorse 18 anni della sua vita. I posti sono sempre limitati ed è necessario prenotare con congruo anticipo. Inoltre, sappiate che, durante la stagione invernale, la visita viene spesso cancellata a causa delle condizioni proibitive del mare.

Per gli amanti del trekking ci sono diverse opzioni: Table Mountain, della durata di 6/7 ore, raccomandato a veri amanti ed esperti; Lion’s Head, della durata di circa 3 ore a/r, con una prima parte fattibile per tutti e una seconda non adatta a chi soffre di vertigini, essendo caratterizzata da scale a pioli a strapiombo. La cima di Table Mountain può essere raggiunta anche con una comoda cabinovia che però chiude per manutenzione da metà luglio a fine agosto. In ogni caso, sia Table Mountain che Lion’s Head offrono una vista mozzafiato, con panorami che si estendono sull’intera città e oltre, fino all’Oceano Atlantico.

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Da non perdere anche il quartiere di Bo-Kaap, famoso per le sue case colorate e la ricca cultura malese. Vi consiglio di visitarlo con uno dei numerosi free walking tour presenti in città. Concedetevi una passeggiata sul Victoria & Alfred Waterfront, un’area vivace piena di ristoranti e negozi. Infine, fate tappa a Greenmarket Square, un tempo utilizzata per la vendita degli schiavi, oggi gradevole luogo di incontro, dove si trova un mercato che vende prodotti di artigianato africano.

Cape Town è nota per non essere una delle città più sicure del mondo. Totalmente sconsigliato andare in giro a piedi di sera. Conviene usare uber anche per piccoli spostamenti. Ad ogni angolo delle strade, troverete delle persone con una pettorina verde fluo con la scritta “public security agent”. Sono persone che si occupano di garantire la sicurezza dei passanti e più di una volta ci è capitato di essere “scortati” anche soltanto per i pochi metri che ci separavano dall’albergo.

Capo di Buona Speranza e Boulder’s Beach

Il Capo di Buona Speranza è stato, forse, il luogo che mi ha affascinato di più durante questo viaggio in Sudafrica. Un luogo entrato nel mito, che ha dato vita a storie e leggende. Il Capo si trova a circa un’ora e mezza di auto da Cape Town, all’estremità meridionale della penisola omonima. Contrariamente a quanto credono in molti, non è il punto più a sud del continente africano ma quello più a sud ovest. Il primato spetta a Capo Agulhas, a circa 200 km di distanza, dove si incontrano l’Oceano Indiano e quello Atlantico.

Il primo a scoprire questo Capo fu il navigatore portoghese Bartolomeo Diaz nel 1487. La sua nave finì distrutta tra le scogliere di quello che Diaz avrebbe soprannominato “Capo delle Tempeste”. Dopo aver scoperto l’accaduto, Re Giovanni pensò che nessun altro esploratore avrebbe voluto raggiungere una parte di mondo che portava tale nome. Decise, quindi, di rinominarlo “Capo di Buona Speranza”. Il primo che riuscì a portare a termine il percorso e a doppiare il Capo fu Vasco da Gama nel 1497.

Arrivati al parcheggio, partono due diversi percorsi adatti più o meno a tutti. Il primo conduce all’antico faro, punto più alto della riserva. Ci vogliono circa 30 minuti a salire e circa 20 a scendere. Esiste anche una funicolare ma non sempre è in funzione. Il secondo percorso, invece, conduce da Cape Point al vero Capo di Buona Speranza. Il trekking è lungo circa 3 chilometri e mezzo, dura un’oretta scarsa ed è adatto a tutti. Attraversa splendidi punti panoramici a picco sull’oceano fino ad arrivare alla celebre scritta che riporta le coordinate del Capo.

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La seconda tappa è Simon’s Town, dove si trova la celebre Boulder’s Beach. Su questa piccola spiaggia che è una riserva protetta, vive una colonia di circa 2.000 pinguini africani ed è l’unico posto al mondo in cui si possono vedere dal vivo questi animali in via di estinzione. Attraverso una passerella in legno costruita sulla spiaggia bianca si possono ammirare da vicino questi simpatici animali senza, però, arrecare loro disturbo. Ultima tappa a St. James Beach dove gli appassionati di foto instagrammabili troveranno le caratteristiche casette di legno colorate sulla spiaggia che altro non sono se non cabine per potersi cambiare il costume.

Stellenbosch ed Hermanus 

Il Sudafrica è rinomato per essere un grande produttore di vino e la cittadina di Stellenbosch è il punto di riferimento per gli amanti del settore vinicolo grazie alla presenza di numerose cantine che ne arricchiscono il paesaggio. Un giro in bicicletta tra vigneti e prestigiose cantine è tra le attività più interessanti e divertenti che si possono fare nell’area. Ogni cantina è immersa in uno splendido scenario che contribuisce a rendere l’esperienza davvero piacevole. In ogni tappa, poi, non può mancare una degustazione dei vari vini locali. Tra le principali cantine, segnalo Spier, dov’è possibile anche rilassarsi nel verde facendo un pic nic, Lanzerac e Delaire Graff Estate.

Se Stellenbosch è famosa per le sue cantine, Hermanus, invece, è conosciuta come la città delle balene. Da qui, partono numerosi tour per il whale watching ma se siete fortunati, potreste riuscire ad avvistarle anche dal Cliff Path, il percorso a picco sull’oceano che costeggia tutta la cittadina. Inoltre, nella strada che da Stellenbosch porta ad Hermanus, si attraversa la Elgin Valley, Patrimonio Unesco, e si può fare il carico di adrenalina con la zip line di Cape Canopy. 11 zipline, tra cui una lunga ben 320 metri, 13 piattaforme elevate, 1 ponte sospeso sul fiume per un’esperienza davvero forte!

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Viaggio in Sudafrica: Wilderness e Plettenberg

Wilderness è una tappa intermedia nella strada che da Hermanus porta a Plettenberg e permette di attraversare la celebre Garden Route. Questo piccolo villaggio si trova immerso in una fitta foresta, con diversi specchi d’acqua e ripide colline che degradano verso le ampie spiagge bianche di fronte all’oceano. Qui il mare è sempre molto agitato ed è, quindi, sconsigliato fare il bagno. Nella laguna interna è possibile fare birdwatching, andare in kayak o rilassarsi nella natura.

Plettenberg, invece, è la più posh delle località sudafricane. È la classica cittadina di villeggiatura a picco sul mare creata per i ricchi del paese, con incredibili e lussuose ville che si alternano alle consuete scene di degrado. Partendo da Plettenberg sono numerose le attività che si possono fare.

  • Tour della township di Knysna, per avere un’idea della vita che ancora oggi caratterizza la maggioranza della comunità nera del paese. Accompagnati da un abitante della township, si ha modo di entrare in contatto con le persone del posto e di conoscere le loro storie di vita.

  • Visita ai numerosi santuari presenti nella zona: Monkeyland, dedicato alle scimmie; Jukani, dedicato ai felini come leoni e leopardi; The Crags, dedicato agli elefanti. Bisogna chiarire che non sono delle riserve ma nemmeno degli zoo, si tratta di santuari perché vi si trovano animali che sono stati sottratti a situazioni di pericolo e a cui si vuole dare una seconda possibilità. A mio modesto parere, una visita in questi luoghi non aggiunge nulla al viaggio ed è tranquillamente evitabile.
  • Nuotare con le foche nella baia di Plettenberg è stata, forse, l’attività più originale del viaggio. Ero molto scettico prima di intraprenderla ma sono stato felice di essermi buttato in acqua. Dotati di doppia muta, pinne e guanti protettivi, si parte dalla costa per raggiungere una colonia di migliaia di foche sotto la riserva naturale di Robberg. Qui ci si tuffa in acqua per una ventina di minuti e si nuota circondati da questi simpatici animali. Attenti a non farsi mordere!

  • Robberg Nature Reserve. La riserva naturale di Robberg si trova sul promontorio della baia di Plettenberg ed offre panorami mozzafiato e percorsi adatti agli amanti del trekking.

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Graskop e la strada verso il Kruger

Graskop è stata la tappa meno bella di tutto l’itinerario ma è necessaria per spezzare il viaggio che conduce verso il Kruger. Dopo aver lasciato Plettenberg ed aver preso un volo verso Johannesburg da Port Elizabeth, abbiamo percorso circa 5 ore di auto verso Graskop. Dopo aver trascorso la notte in questa ridente città, l’indomani ci siamo spostati verso il Kruger, con altre 6 ore di percorrenza. Tuttavia, il viaggio verso il Kruger passa per alcuni spot naturalistici davvero interessanti e belli. Da God’s Window alle cascate di Berlin e Lisbon, dai Bourke’s Luck Potholes alle Three Rondavels, passando per il Blyde River Canyon. Tutte tappe che permettono di avere un’idea della bellezza dei paesaggi di quest’area del Sudafrica.

Kruger: tra il grande parco e le riserve private

L’ultima tappa del mio viaggio in Sudafrica è stata la zona del Kruger. Abbiamo soggiornato in un lodge a pochi km dall’ingresso del parco e nei dintorni di numerose riserve private. Siamo rimasti tre notti e abbiamo dedicato una giornata intera alla scoperta del Kruger e una seconda giornata ai safari nelle riserve private, uno all’alba ed uno al tramonto.

Il Parco Nazionale del Kruger si estende su una superficie di oltre 20.000 km2, per circa 2 milioni di ettari. Al suo interno si possono avvistare quasi tutti gli animali della savana e, in primis, i Big 5. Il grande parco si può visitare a bordo di jeep, guidate da ranger, messe a disposizione dal parco o in autonomia con un proprio veicolo. La differenza tra un safari nel Grande Kruger ed uno in una riserva privata è che qui bisogna seguire i sentieri asfaltati che attraversano il parco e non è possibile andare off road. Questo rende più difficile avvistare gli animali e, forse, in alcuni casi, rende l’esperienza meno autentica.

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Al contrario, nelle riserve private c’è maggiore possibilità di avvistare gli animali ma si tratta di aree ristrette che sono state acquistate da privati e che in un certo senso danno quasi la sensazione di essere in un grande zoo con cancelli e recinzioni ben visibili. In definitiva, non sono rimasto entusiasta dall’esperienza del safari in Sudafrica ma resta comunque un’attività che consiglio vivamente di fare.

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