Esistono molti modi di vivere l’esperienza di un safari in Sudafrica. Il parco più grande e famoso per vivere un’esperienza del genere è sicuramente il Kruger ma esistono anche numerose riserve private che permettono di avere un rapporto più ravvicinato con gli animali. Il periodo migliore per un safari in Sudafrica è il loro inverno, da giugno a settembre. In questo periodo, infatti, gli alberi secchi e il terreno arido spingono gli animali ad esporsi di più alla ricerca di acqua e cibo. E così, la ricerca dei celebri Big 5 (leone, rinoceronte, leopardo, elefante e bufalo) può rivelarsi davvero entusiasmante.
Safari in Sudafrica: dal Kruger alle riserve private
La differenza tra un parco come il Kruger e le riserve private è che il primo è di proprietà del Governo, mentre le seconde sono porzioni di parco che sono state acquistate da privati. In un grande parco come il Kruger, che conta circa 2 milioni di ettari e si estende su un’area di oltre 20.000 km2, la probabilità di avvistare animali è meno alta. I visitatori possono scegliere se fare un tour con una guida a bordo di una jeep 4×4 o se usare il proprio veicolo. In entrambi i casi, però, bisogna restare sulla strada principale e non è possibile andare off road. Inoltre, non è possibile scendere dai veicoli, non si possono avvicinare gli animali e bisogna rispettare una velocità massima di 50 km/h. Queste regole rendono gli avvistamenti nel Kruger più complicati ma non impossibili. Non si escludono incontri davvero emozionanti come quello che io ho avuto con un leopardo intento a cercare disperatamente del cibo tra un lato e l’altro della strada. Uno dei BIG 5 più difficili da avvistare e sicuramente tra i più affascinanti.
Considerata la sua vastità, il Kruger presenta numerosi ingressi. Per aumentare la possibilità di avvistamenti conviene concentrarsi sulla zona centro sud del parco. Noi siamo entrati dalla Orpen Gate. Ogni giorno, poi, nei lodge situati lungo il percorso dove ci si può fermare per mangiare qualcosa, si trovano delle grandi mappe che riportano gli avvistamenti della giornata fatti da altri viaggiatori che aiutano ad indirizzarsi sulla zona migliore dove concentrare le ricerche. Il consiglio è di dedicare uno o due giorni massimo ad un safari nel Kruger e poi spostarsi nelle riserve private.
Safari nelle riserve private
Una soluzione alternativa per un safari in Sudafrica è di scegliere una o più riserve private. Le riserve private si trovano fuori dal Kruger in senso stretto, in un’area soprannominata Greater Kruger che comprende il parco e le riserve private che sorgono intorno. Sono porzioni di parco acquistate da privati che, quasi sempre, includono anche splendidi lodge in cui poter soggiornare. Le riserve private, seppur molto grandi, sono recintate e si estendono su una superficie minore del Kruger. Sono sottoposte ad un maggior controllo che permette di individuare gli animali più facilmente grazie allo scambio di informazioni tra i rangers. Inoltre, si possono percorrere strade sterrate e fuori dai sentieri principali, il che permette di avvicinarsi con maggior facilità a qualsiasi tipo di animale. Può risultare un’esperienza meno autentica ma l’avvistamento è quasi sempre garantito. Gli animali che si possono vedere, comunque, sono sempre gli stessi del Kruger. Tra le riserve testate in prima persona, vi segnalo: Khaya Ndlovu e quella di Tshukudu, ma anche Pridelands. Tra queste, la prima ha regalato le emozioni maggiori all’alba.
Si ringrazia Erika Pisi per alcune delle foto presenti nell’articolo.