A volte ci sono situazioni da non rimandare… è questo il caso della mia visita alle cascate di Iguazù. Avevo già previsto di rimanere 15 giorni a Rio de Janeiro e allora mi sono detto: mi trovo in Brasile, chissà quando ci ritorno, non posso non andare ad ammirare quelle che sono considerate una delle 7 meraviglie naturali del pianeta!
Così, zaino in spalla, dopo aver preso giusto il minimo indispensabile, sono partito per una tre giorni tra Brasile, Argentina e Paraguay. Destinazione: la piccola cittadina di Foz do Iguacù, che, per coloro che arrivano dal Brasile, può essere considerata un ottimo punto di partenza per visitare le cascate omonime. L’alternativa, per chi arriva dall’Argentina, è soggiornare nel piccolo paesino di Puerto Iguazù.
Le gigantesche ed affascinanti cascate, che hanno origine dal fiume Iguazù che in guaranì significa acque grandi, sono divise tra il lato argentino, che ne possiede circa l’80%, e quello brasiliano, per il restante 20. Per avere una visione integrale consiglio di visitare entrambi i lati! L’ideale è avere a disposizione due giorni da dedicare alla visita delle cascate. Per il lato brasiliano basta mezza giornata mentre il lato argentino, che da solo conta ben 275 salti, necessita di una giornata intera. È davvero uno spettacolo unico ed emozionante. La location supera qualsiasi aspettativa.
Le cascate di Iguazù vennero scoperte da un esploratore spagnolo nel 1542 ma fu solo ai primi del’900 che cominciarono ad essere visitate e ad essere conosciute nel mondo, al punto che fu necessario cominciare a pensare di proteggerle. Le cascate si trovano proprio al confine tra Brasile e Argentina e quindi la responsabilità è caduta su questi due stati. Così, vennero creati il Parco Nazionale Argentino, nel 1934, e quello Brasiliano nel 1939.
Entrambi i parchi proteggono un’immensa e ricca biodiversità, dove si trovano piante e animali unici al mondo. I due parchi nazionali, insieme, rappresentano una delle più grandi aree di conservazione naturale del Sud America con oltre 600mila ettari di area protetta e più di 400mila di foresta primaria. Quello argentino nel 1984, e quello brasiliano nel 1986, sono stati, poi, nominati dall’Unesco come Patrimonio Naturale Mondiale dell’Umanità.
Immagine simbolo del Parco Nazionale di Iguazù è senza dubbio la Garganta del Diablo, la gola del diavolo, che con un salto di ben 90 metri d’altezza e 700 di lunghezza, lascia senza parole…ed anche molto bagnati tutti coloro che decidono di ammirarla dal basso percorrendo la passerella che porta fin sotto il salto della cascata, nel lato brasiliano! A seconda di come tira il vento, potrà capitarvi di fare una vera doccia, proprio come successo a me…ma in effetti il bello è anche questo!
Infine un consiglio: l’acquisto di souvenir, oggetti tipici e cartoline riservatelo a lato argentino, dove i prezzi sono più vantaggiosi e gli articoli più caratteristici.