Un reportage dal titolo “Naples: Passion and death in Italy’s underrated gem” (Napoli: passione e morte di un gioiello sottovalutato in Italia) pubblicato sul quotidiano inglese The Telegraph ha decretato la città di Napoli come la più amata dai turisti inglesi. A scriverlo, nella versione online del quotidiano, è stato il reporter Stanley Stewart che ha presentato la città come Vibrante, caotica e gloriosamente fatiscente, Napoli è un luogo dove la vita, il romanticismo e la morte sono intrecciate con passione. Stanley Stewart si innamora”.

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Napoli è risultata prima in questa classifica stilata da Stewart con il 70% delle preferenze, seguita da Roma, Firenze e Venezia. Infinite, come sappiamo bene, le bellezze che riserva la città di Napoli e che Stewart ci tiene a riportare come le piazze enormi e bellissime, le Chiese come quella delle Capuzzelle, i musei come quello Archeologico Nazionale o quello di Capodimonte con il relativo parco, il Cristo Velato nella Cappella Sansevero, le bellezze di Pompei, la Napoli Sotterranea, i teatri storici come il San Carlo, le processioni dei santi e tanto altro.

Una delle cose che ha maggiormente colpito il reporter, e della quale non riesce a farsi una ragione (e a dire il vero nemmeno io), è stata la mancanza di fila ai musei, ai parchi archeologici…l’ha definito allo stesso tempo “uno dei misteri e delle gioie di questa città”.

“In questa atmosfera inebriante, mi sono innamorato di Napoli… è oscuramente e meravigliosamente bella” con il suo centro storico. “E’ anche cruda, passionale, segreta, generosa, fatiscente, gloriosa, vibrante, e sfacciatamente corrotta e corruttrice. La amo nella teatralità, nel caos orientale delle sue strade, nell’architettura che ha avuto inizio con gli antichi greci e si è conclusa con il Barocco… Amo i suoi bar trasandati dove il caffè viene servito zuccherato; le pasticcerie con le delicate sfogliatelle; le friggitorie e le pizzerie con i ruggenti forni a legna e spumeggianti pizze; gli specchi smussati da Belle Epoque del Café Gambrinus; l’imponenza del Teatro San Carlo, il più antico d’Europa”.

E nel finale del suo reportage, Stewart ricorda la frase di Goethe “Vedi Napoli e poi muori”, una frase con la quale Goethe, grande amante di Napoli, intendeva promuovere l’idea che niente e nessuno avrebbe mai potuto oscurare questa città!

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