Era giugno 2014 quando ricevevo dalla mia cara amica Lilly le risposte ad una serie di domande che le avevo rivolto al fine di realizzare un’intervista sulla storia sua e di Franco, cugino di mio nonno materno, che si era trasferito alle Seychelles molti anni prima.

L’idea era raccontare la storia di due italiani che avevano scelto di vivere la loro vita in quell’angolo di paradiso, tanto desiderato dai turisti di tutto il mondo.




Un’avventura lunga ed affascinante, che li ha visti protagonisti di tante storie. La vita, però, a volte riserva brutti scherzi e, così, qualche tempo dopo aver ricevuto queste risposte, Franco è venuto a mancare improvvisamente, lasciando tutti sgomenti.

Fino ad oggi ho tenuto nel cassetto l’intervista ma, adesso, con l’autorizzazione di Lilly, ho scelto di rendere pubblica questa storia affascinante ed emozionante.

Lo scambio di battute che leggerete risale al 2014 ed ho scelto di non modificare una virgola!

 

Cari Lilly e Franco, la vostra avventura alle Seychelles inizia ben 35 anni fa! Cosa vi ha spinto a cambiare così radicalmente vita abbandonando il vostro paese d’origine?

La scelta è maturata perché non avevamo nessuna responsabilità di figli e allora nulla ci impediva di poter cambiare vita. Inoltre, a causa del suo lavoro, Franco era sempre in viaggio, soprattutto all’estero, comprese le Seychelles. E allora perché no?!

Qual è stato il vostro primo approccio con la nuova realtà? Avete avuto difficoltà a stringere amicizie? Qual è oggi il vostro rapporto con i Seychellesi?

Non abbiamo avuto grandi difficoltà se non all’inizio un po’ per la lingua, problema che si è andato risolvendo col tempo. Con i Seychellesi non abbiamo mai avuto problemi. Il rapporto è sempre stato buono, allora come oggi.

Per tutti noi, le Seychelles sono sinonimo di paradiso naturale ma vivere in un’isola come Mahè, in una realtà come quella delle Seychelles, non è tutto rose e fiori. So che ci sono problemi legati soprattutto alla sanità…

Beh certo non è sempre tutto oro quello che luccica e vivere alle Seychelles comporta anche qualche difficoltà, tra cui la mala sanità (ma sento e vedo che non siamo soli). Le Seychelles sono una piccola nazione con gli stessi problemi delle grandi, solo che a volte si risolvono male e con grande dispendio di soldi ed energie.

Sono molte le curiosità che mi piacerebbe chiedervi, ad esempio: come vi siete adattati al clima locale? In che lingua parlate nelle mansioni giornaliere? Vi godete lo splendido mare? In questi anni avete girato per turismo nelle isole vicine?

Devo ammettere che adattarsi non è stato poi così difficile, non ci sono condizioni climatiche impossibili anche se il caldo e l’umidità sono aumentati negli ultimi anni a causa del mutamento delle condizioni climatiche. Generalmente parliamo inglese e creolo per lavoro mentre, in casa, italiano of course!

Il mare ce lo godiamo anche se dopo 365 giorni all’anno viene un po’ a noia, ne abbiamo fatto il pieno. Franco per lavoro ha visitato tutte le isole esterne, compresa la perla delle Seychelles “Aldabra”. Io, purtroppo, soltanto quelle vicine come Praslin, Silhouette e La Digue.

Qual è il vostro rapporto con l’Italia oggi? Tornereste mai a Genova o a Napoli che sono le vostre città di provenienza?!

Il nostro rapporto con l’Italia è strano. Franco ci torna spesso per lavoro. Io, invece, compio una visita annuale a Genova sia per rivedere mio fratello e la mia famiglia che per effettuare dei controlli medici specifici. Immaginare un ritorno in pianta stabile, però, è impensabile.

Franco, tu oggi gestisci la Seyplant, un’azienda di importazione di prodotti italiani, ma alcuni anni fa hai ricoperto l’importante ruolo di console onorario italiano qui alle Seychelles. Come sei arrivato a ricoprire questa carica e com’è stata questa esperienza?

Sì, dopo le dimissioni dell’allora console, che tra l’altro era un caro amico, mi fu proposto di prenderne il posto perché l’Ambasciata Italiana in Kenya, da cui dipende il consolato delle Seychelles, non riusciva a trovare un sostituto. È stata sicuramente un’esperienza interessante anche se non totalmente positiva. E certamente non lo rifarei.

tramonto seychelles

Immagino che ne siano successe molte di cose in quei 12 anni da console!

Beh si, ne capitavano di ogni. Dalle varie chiamate notturne ( per scrupolo personale il console era reperibile 24 ore su 24 con le conseguenze immaginabili) alle pratiche per il ritorno in patria dei deceduti. Dalle problematiche tipiche dei turisti in visita al caso di un suicidio con maschera e boccaglio. Senza considerare tutti i tipi strani incontrati. Si potrebbe scrivere all’infinito…

Cosa significa vivere oggi alle Seychelles?

Qui conduciamo una vita tranquilla, serena anche se non priva di difficoltà. Ma tutto sommato certamente meno stressante che in Europa.

Dedico questa breve intervista alla memoria di Franco, che ricorderò sempre con grande affetto! E a Lilly, che spero di rivedere quanto prima!

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