Ho raccontato a lungo del mio viaggio in Senegal ma avevo riservato per la fine la ciliegina sulla torta, il luogo che più mi ha affascinato: la città coloniale di Saint Louis, capitale del Senegal dal 1872 al 1957. Dopo la natura selvaggia dei giorni precedenti, è sembrato quasi di vivere un viaggio nel viaggio. Quasi non sembrava di essere ancora in Senegal tanto è particolare l’atmosfera che si respira in questa cittadina dalla caratteristica impronta coloniale francese. Posso dire che si è trattato di amore a prima vista e ancora oggi ripenso a quella tappa con grande piacere.
Saint Louis si trova alla foce del fiume Senegal, il fiume dal quale prende il nome il paese, a ben 264 km a nord della capitale Dakar, vicino al confine con la Mauritania.
È stato il primo insediamento francese nell’Africa occidentale ed è tale e indiscutibile il suo fascino che colpisce chiunque, al punto che nel 2000 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La città è molto grande ma il caratteristico centro storico si trova su un’isoletta, al centro del fiume Senegal, collegata alla terraferma da un ponte in ferro risalente al 1897 e lungo 507 metri, opera dell’ingegnere francese Gustave Eiffel. Si, proprio lui, l’autore della più celebre Torre Eiffel.
Edifici in stile coloniale dalle facciate luminose con i caratteristici balconi in ferro battuto o in legno, a volte restaurati, a volte decadenti, declinati nelle infinite sfumature del bianco e dell’ocra, che conferiscono al luogo un’aura quasi magica.
Un modo piacevole per scoprire la città, soprattutto se fa molto caldo, è quello di visitarla a bordo di un calesse. Si tratta di un mezzo di trasporto assolutamente normale da queste parti che permette di raggiungere zone in cui non è consentito l’accesso alle auto.
Spostandosi sulla terraferma e dirigendosi lungo la costa, vi ritroverete in uno dei luoghi più pittoreschi e infernali del mondo: il vivace quartiere di Guet N dar, ovvero il villaggio dei pescatori di Saint Louis. Un luogo di un’autenticità sconcertante, in cui i turisti non sono nemmeno tanto ben visti, soprattutto se muniti di telecamere, e in cui è possibile assistere al rientro dei pescatori dal mare, con le donne che scaricano quanto è stato pescato. Qui la fonte primaria di sostentamento è la pesca.
Vivere un luogo con la gente e tra la gente, cercando magari di non dare troppo fastidio, è, secondo me, il modo più autentico per scoprire un paese, per conoscere un popolo.
Insomma andate in Senegal e spingetevi al nord, fino a Saint Louis, non ve ne pentirete!