
Wallerally, Week 6: nuovo appuntamento con il diario di viaggio che segue le (dis)avventure di Stefano ed Enrico fino in Mongolia. Il filo diretto per raccontare come procede la loro avventura in questo Mongol Rally.
Dopo aver raccontato l’affascinante tappa in Iran la scorsa settimana, oggi ne scopriamo una nuova. Prima di partire per questa avventura, in occasione di un’intervista per il programma V come Viaggi condotto da Serena Bernardo e in onda su Canale 8, Enrico l’aveva detto che i paesi in stan ci sarebbero stati quasi tutti ed infatti eccomi a raccontare la tappa in Turkmenistan e Uzbekistan dei nostri super Wallerally!
L’arrivo alla frontiera del Turkmenistan era stato preceduto dalla pessima esperienza di altri team che ne avevano passate di ogni e invece, contro ogni pronostico, dopo aver perso comunque circa 6 ore, Stefano ed Enrico sono riusciti a superare i controlli senza troppi drammi.
Entrati in Turkmenistan, la prima destinazione è stata Ashgabat. Strade in pessime condizioni, i primi 150 km percorsi sono stati da incubo soprattutto per wallerella. Buche, fossi, burroni…impossibile andare oltre i 30 km/h. A rallentarli anche numerosi posti di blocco della polizia locale disseminati lungo il percorso.
L’arrivo ad Ashgabat avviene di notte. Totalmente persi, vengono aiutati da un ragazzo turkmeno, uno dei pochi a parlare un po’ di inglese, che li accompagna in giro per la città a cercare un albergo in cui passare la notte.
Ashgabat è una città bella ma poco emozionante. Totalmente nuova e moderna, sembra di essere in un film. Inoltre il governo turkmeno ha abbracciato una politica verde, piantando un albero per ogni abitante del paese, quindi oltre 6 milioni di alberi, finendo per cambiare addirittura il microclima del paese.
Da Ashgabat partono alla volta delle Porte dell’inferno, un cratere nel nulla che brucia perennemente e che è considerato un errore dell’uomo . Lungo la strada, però, non solo forano una gomma ma rompono anche il serbatoio che aggiustano alla buona con dello scotch.
Wallerella, però, è forte e riesce a condurli fin sul cratere, uno dei pochi team in assoluto a riuscire ad arrivarci in macchina. Uno dei pochi team a scegliere anche di dormire proprio lì, in questo luogo unico al mondo!
Il mattino dopo, pronti per attraversare di nuovo il confine verso l’Uzbekistan, si dirigono a Dasoguz, dove si trovava la frontiera per uscire ma lungo la strada i problemi per Wallerella aumentano e, non solo si rompe lo starter per cui devono metterla in moto spingendo, ma vengono anche avvisati che quello non è il punto d’uscita giusto e che per lasciare il paese devono spostarsi circa 200 km a nord.
Non essendoci alcuna possibilità di contrattare, si mettono in macchina e proseguono per velocizzare l’uscita dal Turkmenistan che cominciava ad essere ostile.
Arrivati a Kunya-Urgench, superano facilmente i controlli ed entrano altrettanto facilmente in Uzbekistan, che si è rivelato uno dei confini più tranquilli trovati nel lungo viaggio.
Subito si dirigono verso Samarcanda nonostante stesse ormai calando la sera. Intorno all’una di notte, però, la macchina decide di fermarsi in mezzo al nulla. Fortunatamente delle macchine li avvistano e si fermano per cercare di aiutarli. Scendono 4 ragazzi super ubriachi che accettano di trainare la macchina fino ad un meccanico amico loro che però all’una di notte dormiva beatamente.
Non esitano a svegliarlo e lui, con grande volontà e disponibilità, inizia ad operare vicino la macchina mentre il resto della compagnia si concede balli e canti sfrenati. La macchina finalmente riparte e verso le 3 del mattino Stefano ed Enrico stoicamente riprendono la marcia verso Samarcanda.
Una volta raggiunta la meta si concedono del tempo per scoprire la città e poi si dedicano ad un tour poco fortunato tra i meccanici della zona. Non riuscendo a risolvere i vari problemi di Wallerella, decidono di ripartire verso il Tajikistan.