Il bello di essere molto spesso in giro per il mondo è che a volte si finisce per trovarsi nel posto giusto al momento giusto, con la possibilità di assistere ad eventi più unici che rari come accaduto in occasione del mio ultimo viaggio in Egitto quando ho avuto la fortuna di assistere al miracolo del sole al tempio di Abu Simbel, sulle sponde del lago Nasser.
È buio pesto quando arriviamo ad Abu Simbel da Assuan, dopo circa 3 ore di macchina. La folla e l’eccitazione è quella dei grandi eventi. Siamo tra migliaia di persone, egiziani e visitatori provenienti da tanti paesi, in attesa del miracolo del sole.
Ogni anno, infatti, il 22 febbraio e il 22 ottobre, si verifica un fenomeno astronomico che attira curiosi da ogni angolo del pianeta. Fa una certa impressione vedere gente in fila da un giorno in attesa di poter entrare nel tempio ed assistere a questo “miracolo”. In realtà non si tratta di un fenomeno paranormale ma di precisi calcoli, realizzati dagli architetti del passato, che coincidevano con il giorno della nascita e quello dell’incoronazione del faraone.
Grazie all’orientamento della struttura scavata nella roccia, il sole comincia a fare la sua comparsa intorno alle 5,55, investendo con i suoi raggi tre delle quattro statue presenti, esprimendo il senso teologico dell’illuminazione del Faraone e l’unione con la divinità. Le quattro statue presenti all’interno del Santuario raffigurano le divinità considerate più importanti nell’antico Egitto (da sinistra verso destra): Ptah (dio dell’arte e dell’artigianato), Amon-Ra (dio del sole e padre degli dei), Ramses II deificato e Ra (il falco con il disco solare).
Il primo raggio del sole colpisce il volto del faraone. Un pò alla volta, poi, i raggi illuminano anche Amon-Ra e Ra. L’unico a rimanere in ombra è il dio Ptah, considerato dio delle tenebre. Trascorsa una mezz’ora, la luce invade ormai il tempio, le facce tornano ad essere inghiottite dall’oscurità mentre la gente continua a scattare foto all’impazzata.
Il miracolo consiste nel fatto che generalmente il sole penetra solo parzialmente all’interno del tempio e non arriva ad illuminare le statue, se non in queste due date.
Il tempio di Abu Simbel è dedicato al faraone Ramses II, è situato a circa 280 km da Assuan e risale al XIII° secolo a.C. quando venne costruito per commemorare la vittoria nella battaglia di Kadesh. Venne scoperto nel 1813 dall’archeologo svizzero Burckhardt, lo stesso che scoprì Petra, quando lo rinvenne sepolto sotto la sabbia ma il primo ad entrarvi fu l’archeologo italiano Giovanni Battista Belzoni nel 1817.
Si presenta maestoso con i suoi 33 metri d’altezza e 38 di larghezza, con la facciata caratterizzata dalla presenza delle quattro statue del faraone, alte ciascuna 20 metri. Non lontano, poi, ecco un tempio più piccolo, fatto erigere dal faraone Ramses, in onore della moglie Nefertari. Si tratta dell’unico tempio egizio in cui una regina ha la stessa importanza del faraone.
La vera particolarità del tempio di Abu Simbel, però, è che il luogo in cui si trova oggi non è lo stesso in cui venne costruito. Nel 1964, infatti, venne avviata una colossale operazione archeologica con cui i templi, smontati blocco per blocco, vennero spostati sulla riva del Lago Nasser, dove si trovano oggi, per evitare che venissero sommersi dalle acque del Nilo in seguito alla realizzazione della diga di Assuan. Un’operazione colossale realizzata anche grazie al supporto di tanti paesi europei, Italia in primis.
Le stesse date del miracolo del sole che in origine si verificava il 21 febbraio e il 21 ottobre, sono slittate di un giorno a seguito dello spostamento del tempio.
Insomma assistere al miracolo del sole al tempio di Abu Simbel è stata davvero un’esperienza unica ma il tempio merita una visita a prescindere, considerata la sua enorme importanza archeologica!
ricordi meravigliosi quella egiziana una civiltà straordinaria. Unico rammarico la distruzione parziale di monumenti etc da parte dei conquistatori successivi.