
Mancano esattamente 3 giorni, aimè, alla chiusura dell’esposizione universale di Milano e, dopo esserci stato per sei volte, è tempo di trarre un bilancio sui vari padiglioni visitati, quasi tutti a dir la verità, stilando la personalissima Top Ten di World Trips sui migliori padiglioni di Expo Milano 2015!
Non si tratta di una vera e propria classifica perché in effetti i 10 padiglioni che vi segnalerò sono, per motivi diversi, quelli che più mi hanno colpito e li considero pari merito, con delle piccole eccezioni. Per ogni padiglione troverete una o due foto, una breve descrizione con la motivazione che mi ha portato a sceglierlo e un voto.
Ecco la Top Ten dei migliori padiglioni secondo World Trips:
1° posto: EMIRATI ARABI UNITI. Non potrebbe essere diversamente per vari motivi. È uno di quei padiglioni per i quali valeva davvero la pena fare la fila. Molto scenografica l’idea di accogliere i visitatori tra pannelli che riproducono le dune del deserto, opera dell’archistar Norman Foster. Emozionante e assolutamente splendido il video con protagonista la piccola Sara che lotta, insieme alla nonna, per salvare una palma e che finisce per compiere un viaggio nel tempo. Terminato il video, il viaggio continua nel teatro interattivo dove Sara, a suon di rap, con una canzone che è già cult, cerca, insieme al pubblico, di terminare un progetto scolastico e far capire che per nutrire il pianeta bisogna cominciare cambiando le nostre abitudini quotidiane. L’appuntamento è a Dubai dove, nel 2020, si terrà la prossima edizione dell’Esposizione Universale con il tema: “Unire le menti, creare il Futuro”! VOTO: 10
2° posto: AUSTRIA. Breathe Austria è il nome scelto per questo padiglione che al suo interno nasconde un vero bosco austriaco. L’idea che vuole far passare l’Austria è quella dell’aria come elemento fondamentale per la vita dell’uomo e dove è possibile respirare un’aria migliore se non in un vero bosco?! 60 alberi e oltre 12.000 piante forestali e piccoli arbusti sono stati piantati in questo piccolo spazio con una produzione di circa 62,5 kg di ossigeno ogni ora, una quantità sufficiente per 1.800 persone all’ora. Nei giorni più caldi di agosto, visitare il padiglione austriaco è stato un vero toccasana. VOTO: 8
3° posto: ISRAELE. Con il claim “Fields of Tomorrow” ovvero Campi del domani, nel padiglione israeliano si compie un viaggio attraverso le innovazioni tecnologiche nate in quel paese e che si sono diffuse poi in tutto il mondo. Dall’irrigazione a goccia ai pomodori ciliegini. A guidare i visitatori in questo viaggio in cui viene illustrata la storia dell’agricoltura israeliana e viene raccontato il suo piano di rimboschimento, una madrina d’eccezione molto celebre sia in Israele che in Italia: la showgirl Moran Atias. All’esterno, invece, il padiglione si mostra al mondo con un avveniristico campo di cereali verticale con più di 160mila piantine, irrigate a goccia. Un’esperienza educativa per grandi e piccini, che vi lascerà una nuova idea di Israele. VOTO: 9
4° posto: COLOMBIA. Una vera sorpresa nel corso della mia ultima visita ad Expo. L’esterno del padiglione è già molto coinvolgente, ancora meglio l’interno al punto che una volta uscito, mi è venuta voglia di partire alla scoperta di questo splendido paese. Nel padiglione il visitatore ha la possibilità di compiere un viaggio attraverso i piani termici del Paese. Un paese capace di offrire dalle spiagge alle nevi perenni, passando da 0 a 5000 metri di altitudine. Accompagnato da suoni, colori e aromi, si percorreranno le varie regioni climatiche e si potrà osservare come il Paese ha saputo sfruttare il fatto di essere uno dei 17 territori di maggior diversità al mondo, e come abbia saputo curare e trasformare le proprie risorse naturali in prodotti di alta qualità e di gran valore aggiunto. VOTO: 8
5° posto: SVIZZERA. Probabilmente il paese che più di tutti ha ben interpretato il tema di Expo Milano, ponendo una domanda ai suoi tanti visitatori: “Ce n’è per tutti?”. Il riferimento è alla presenza di quattro torri che compongono il padiglione, ciascuna riempita con un alimento diverso: mele, caffè, sale e acqua. Queste torri sono state riempite una sola volta a fine aprile e i visitatori sono stati liberi di prendere i prodotti esposti, consci, però, che se ne avessero presi troppi, non sarebbe rimasto nulla per i successivi visitatori. Una sorta di esperimento sociologico che, oggi, possiamo dire, è riuscito solo in parte, essendo terminati quasi tutti i prodotti molto tempo prima della fine dell’esposizione universale. VOTO: 8
6° posto: PADIGLIONE ZERO. Un sesto posto assolutamente casuale. Il Padiglione Zero è stato soprannominato la vera porta d’ingresso ad Expo, perché in effetti con la sua posizione in cima al decumano, è stata la prima attrazione che i visitatori hanno visto arrivando ad Expo. Al suo interno è stato possibile compiere un viaggio alla scoperta di quanto prodotto dall’uomo dalla sua comparsa sulla Terra fino ad oggi. Di grande impatto l’enorme biblioteca in legno, posta nella prima sala, con tanti cassetti, alcuni chiusi altri aperti, ognuno dei quali corrispondente ad un alimento, un animale, una pratica alimentare. Segnalo che il grande albero presente all’interno di una delle sale, la cui chioma fa capolinea sul tetto del padiglione, è finto, nonostante molti abbiano pensato fosse vero. VOTO: 9
7° posto: REGNO UNITO. Il padiglione in sé non è poi così bello ma l’idea che lo caratterizza è davvero interessante. La visita si ispira al movimento di un’ape ed inizia all’esterno, in un frutteto con le tipiche mele inglesi. Si prosegue in un prato di fiori selvatici, anch’essi scelti tra le tipologie tipiche della Gran Bretagna, come erica, ranuncolo e acetosella, posti a crescere ad altezza occhi, così da riprodurre la visione che dovrebbero averne le api durante il volo. Tutto intorno i rumori tipici delle api ed effetti visivi che riproducono gocce di rugiada. Il clou del padiglione è una struttura in alluminio, alta 14 metri, con circa 1000 luci a led connesse via wifi con un vero alveare di Nottingham. Ogni volta che le api entrano al suo interno, le luci a led si illuminano. VOTO: 7 e 1/2
8° posto: GIAPPONE. Ho scelto di inserirlo nella Top Ten perché in fondo è stato la vera rivelazione di questa esposizione con file d’attesa per visitarlo che in alcuni giorni hanno superato le 9 ore. Ed anche se sono convinto che tante ore di fila non valevano la pena per nessun padiglione, nemmeno in contesti diversi da Expo, il Giappone incuriosisce con il tentativo di offrire una visione a 360° delle sue tradizioni culinarie e non solo. I piatti tipici a base di riso, pesce crudo e verdure sono proposti come modello alimentare bilanciato. Una menzione particolare la merita l’esterno del padiglione composto da ben 17mila pezzi di legno incastrati tra loro in modo da lasciar penetrare la luce solare, senza la presenza nemmeno di un chiodo a tenerle unite. VOTO: 7
9° posto: QATAR/MAROCCO. Si tratta di un ex aequo per quanto riguarda l’aspetto esteriore dei padiglioni. Due opere d’arte che riflettono perfettamente i paesi che rappresentano: il Qatar riproduce un souk con al centro una costruzione a forma del tipico Jefeer, tipica cesta realizzata con foglie di palma intrecciate; il Marocco, invece, riproduce la kasbah, l’antica città fortificata realizzata in paglia, fango e argilla. Interessante anche l’interno del padiglione marocchino che conduce il visitatore in un viaggio nei sapori e nelle tradizioni di questo affascinante paese. VOTO: 8
10° posto: NEPAL. Il decimo posto al Nepal vuole essere un riconoscimento per la forza di volontà dimostrata all’indomani del terribile terremoto del 25 aprile scorso quando, a pochi giorni dall’apertura di Expo, con i lavori che procedevano freneticamente, gli operai al lavoro sul padiglione decisero di lasciare Milano per andare ad aiutare i propri connazionali colpiti da questa enorme tragedia. Ma nessuno si è arreso, E così, con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia, e con l’aiuto di tanti, il padiglione del Nepal è stato ufficialmente aperto al pubblico. Un padiglione che si snoda lungo un percorso con porticati e templi con ben 42 colonne di legno intagliate a mano, con le caratteristiche preghiere colorate che circondano la struttura, al cui centro si trova uno splendido Buddha dorato. VOTO: 8
MENZIONE SPECIALE: ALBERO DELLA VITA. Non potrebbe essere diversamente considerando che l’albero della vita oltre ad essere divenuto l’attrazione principale di Expo Milano, destinazione finale della visita per i tanti milioni di visitatori, con il suo spettacolo emozionante, ha davvero commosso il pubblico, finendo per essere considerato la vera icona di questo evento. VOTO: 10